A cura di Chiara Tenca e Alberto Bassi
PadiglioneB racconta la sua trasferta, in un viaggio dedicato in primo luogo a noi stessi, comprendere per capire, e soprattutto godersi un opera che mai come in questo caso ha saputo concretizzarsi nel territorio.
Non capita tutti giorni di poter vivere una LandArt di tale portata quale è l’installazione di Christo sul Lago d’Iseo.
L’impatto dell’opera lascia senza fiato. Possiamo immaginarcela, intuirne le dimensioni, chiudere gli occhi e pensare di vivere la sensazione del costante ondeggiare della passerella, possiamo… ma viverla direttamente sul posto offre tutt’altra emozione.
Dalla Vespa al pontile ci dividono pochi km al punto che una volta messo il piede sul ponte galleggiante, togliersi le scarpe diventa un gesto tanto spontaneo quanto necessario.
La sensazione del tessuto tra i piedi, questo costante ondeggiare a pelo d’acqua ci porta ad avere una vista unica, nuova e sorprendente verso la terra ferra.
Ci si accoda, camminando lentamente verso Montisola, ai margini del pontile, l’acqua sfiora i nostri piedi e di per se rappresenta un sollievo nel ben mezzo della calura estiva.
I lembi della passerella piegano verso il basso e sfiorano l’acqua, la lambiscono e bastano pochi ondeggiamenti per permettere all’acqua stessa di scambiarsi con la passerella… l’effetto di camminare a “pelo d’acqua” è riuscito.
Ad ogni passo i moduli assorbono il nostro peso che di rimbalzo ti portano a fluttuare sull’acqua. L’attenzione per la tipologia dei singoli elementi così come l’effetto ricavato al singolo passo è notevole.
L’atmosfera che si respira è carica di gioia, le persone si divertono, fotografano, parlano mentre alcuni bambini corrono, saltano e giocano, vedo tutto questo, migliaia di persone entusiaste di vivere un’esperienza artistica unica dove l’opera d’arte non è il tessuto, o meglio il tessuto ne rappresenta l’essenza, l’opera d’arte sono il lago, le case di Montisola, gli isolani stessi al punto che il contesto prende vita, insieme alle persone che hanno scelto di vivere questa esperienza.
Il tessuto porta con se una forte ricerca, le pieghe richiamano le crespature dell’acqua, mentre il suo colore è continuo mutare al variare della luce, e dell’umidità donando così un immagine astratta che come un quadro cattura il nostro sguardo da qualunque punto si guarda la passerella.
Due sono i “miracolo” di quest’opera, il primo l’ha fatto l’autore, nell’aver osato e voluto arditamente questo progetto, l’altro miracolo è stato l’entusiasmo con la quale i sindaci dei comuni rivieraschi hanno saputo cogliere l’opportunità, individuando nell’arte di Christo e di Jeanne-Claude un potenziale che potesse davvero lanciare turismo, cultura, tradizione e valori che il territorio di Iseo ha, ma che di fatto l’Italia stessa per un lungo letargo ha saputo ignorare, non oggi però, non in questi 15 giorni dove il mondo per un attimo si è fermato e si è accorto che esiste anche Iseo, esiste davvero tutto questo!
Dopo Christo Iseo non sarà più lo stesso. Sarà ricordato per questo evento e chi ritornerà apprezzerà il piacere di un buon Franciacorta, da abbinare alla pace e al silenzio che solo certi luoghi sono in grado di trasmettere.
Grazie Christo, grazie Iseo!
Chiara Tenca e Alberto Bassi
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