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Come progettare una postazione smart working: 4 errori da non commettere

Di smart-working se ne parlava da qualche anno, come di una modalità di lavoro che permette al collaboratore una migliore gestione delle proprie giornate, e all’azienda di risparmiare su alcuni costi. Durante il periodo del lockdown però, in molti hanno dovuto farci i conti in maniera repentina. Questo ha significato dover attrezzarsi molto velocemente per ritagliare uno spazio in casa e creare una postazione confortevole. Vediamo insieme 4 errori da non commettere in tal senso.

1 – L’illuminazione

Una corretta illuminazione è essenziale in qualsiasi luogo di lavoro, e questo è valido anche per coloro che svolgono delle attività da casa. In caso contrario si rischia solamente di affaticare gli occhi, situazione che non può che ripercuotersi negativamente sia sulla salute della persona, che sulle performance in generale. La scelta migliore prevede il ricorso ad un angolo della casa con una buona illuminazione ambientale.

In secondo luogo si deve aggiungere una buona lampada, meglio ancora se di tipo “spot”, ovvero in grado di creare una sorta di cono di luce sulla postazione. Attenzione però a non ritrovarsi con il sole che punta verso gli occhi, oppure alle spalle. Nel primo caso diventerebbe particolarmente faticoso lavorare. Nel secondo la luce potrebbe riflettersi nel monitor del computer, ostacolando notevolmente lo svolgimento dell’attività.

2 – La sedia

La postazione ideale per lavorare in smartworking dovrebbe prevedere l’impiego di uno spazio appositamente dedicato ed adibito ad uso “ufficio”. Questo però non è sempre possibile per ragioni logistiche, e molto spesso il tavolo da cucina diventa una sorta di scrivania improvvisata. Soprattutto in questa situazione, la sedia utilizzata purtroppo non è un modello specifico destinato a chi passa molte ore davanti a un computer.

In alcune situazioni questo può portare a conseguenze anche piuttosto gravi per la schiena, a causa di cattive posture. Per ovviare a questo problema si può optare per una sedia ufficio Sparco, brand molto noto tra gli appassionati del mondo dei motori. Parliamo di un oggetto che da solo può catalizzare l’attenzione all’interno di un ambiente, grazie ad un particolare design che ricalca il racing e il karting.

Ciò che più conta però, è proprio il tipo di seduta ergonomica di queste sedie, ideato appositamente per garantire il massimo comfort ed evitare affaticamenti inutili e dannosi per la zona lombare, e per la schiena in generale. Molto spesso l’elemento della sedia nella progettazione di una postazione è quello che più viene sottovalutato, ma questo è totalmente sbagliato.

3 – Alimentazione e connessioni

Anche se può apparire banale sottolinearlo, una postazione di smartworking deve essere razionale e funzionale. Questo significa ad esempio che deve essere posizionata in prossimità di una presa di corrente. Assolutamente da evitare sono tutte quelle situazioni che prevedono l’utilizzo di prolunghe che “girano” per casa, antiestetiche e in molti casi anche pericolose.

Un altro aspetto da valutare con attenzione è quello della copertura del wi-fi. È opportuno infatti accertarsi che il punto prescelto abbia un segnale sufficientemente forte per consentire il normale svolgimento delle attività. Questo a maggior ragione se per il proprio lavoro sono previste delle video conferenze che necessitano di un wi-fi di qualità. Nulla di più frustrante infatti, che ascoltare a scatti quanto detto da una persona.

4- Letti e divani? Al bando

Lavorare comodamente da casa non significa farlo dal letto. A lungo andare la postura sbagliata avrà conseguenze negative sulla schiena, e il cervello assocerà il luogo destinato al riposo con quello del lavoro. Con ogni probabilità, con il tempo questa situazione ostacolerà il sonno. Lo stesso discorso è valido per il divano, dove lavorare nello stesso punto dove di solito si guarda la tv, non permetterà più di rilassarsi a dovere. Come detto, la scelta migliore da farsi nella progettazione di una postazione smartworking è quella di dedicare un angolo apposito. Molto spesso si cade nell’errore di pensare che siano necessari grandi spazi. In realtà è sufficiente organizzare e razionalizzare tali spazi, facendo magari ricorso ad un paio di mensole per appoggiare gli oggetti meno utilizzati.

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