Lo sviluppo industriale del secolo scorso ha cambiato l’assetto urbano e l’interfaccia di tutte le grandi città. Stabilimenti, capannoni e grandi magazzini hanno iniziato a sorgere uno dopo l’altro, a testimonianza dei paradigmi economici che avanzavano e delle innovazioni tecnologiche.
Oggi molti di questi luoghi, contraddistinti da soffitti alti e soppalchi industriali che ospitavano merci di ogni genere, ma in disuso da decenni, sono finiti nel mirino di designer di talento provenienti da tutto il mondo.
La loro “missione”? Riqualificare spazi industriali trasformandoli in luoghi abitativi cool e di tendenza. Una vera e propria tendenza, che il mercato immobiliare guarda con sempre maggior interesse.
Vediamo insieme tre progetti che ci hanno colpito. Riguardano tutti la riqualificazione di un vecchio magazzino ortofrutticolo in disuso re-interpretato come loft ultramoderno.
1) Iniziamo da Anna Tuti, che ha focalizzato il suo progetto sul mantenimento dello spirito industriale e sull’ottimizzazione dell’illuminazione grazie ad ampie vetrate. Sì, tanta luce, frutto anche dell’aggiunta di due finestre nella zona living, sviluppata in lunghezza nel corpo centrale del capannone.
Nella zona nord troviamo lo studio e l’area giorno, da questa si accede nella zona pranzo e si termina in cucina.
Quest’ultimo ambiente è collegato ad un patio esterno (spazio delimitato da dei pannelli scorrevoli). Sia il patio che il solaio si ricollegano al mood industriale grazie al metallo, materiale di lunga storia e versatilità.
2) Andrea Lazzari ha ideato un restyling di grande impatto, l’elemento clou è un soppalco a forma di C che si estende su tre lati, si vede infatti dalla zona giorno grazie a delle ringhiere che creano una doppia altezza.
Questa abitazione si sviluppa in orizzontale, si parte da un super open space multi funzione presente nella zona sud (area giorno) fino ad arrivare all’area nord dove si trova la camera da letto che ricorda un hotel di lusso grazie al bagno en-suite e all’ampio guardaroba.
3) Infine il progetto dell’architetto Enrico di Miccio. Questa location sorprendente ha puntato in primis su un dedalo al piano terra ampissimo dove tutti gli spazi sono collegati tra loro (ricordano un po’ i loft americani dei primi del 900).
Di Miccio ha sfruttato tutti i metri quadri possibili eliminando i corridoi ed i disimpegni. La struttura è composta da tre piani collegati da una scala che porta prima ad un mezzanino dedicato agli ospiti, poi ad un bellissimo soppalco.
Tre esempi interessanti per capire come vecchi edifici, caduti in disuso e vittime di degrado post-industriale, possano radicalmente cambiare look e destinazione d’uso, fino a diventare spazi cool ricercatissimi dal mercato immobiliare odierno.
La sinergia tra architettura e design regala opportunità incredibili per guardare con occhi diversi tutti quei vecchi palazzi ed edifici che ogni giorno ci fanno storcere il naso.
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