Nell’arredamento, lo stile è una questione estremamente complessa.
Al tempo stesso soggettiva e oggettiva, perché determinata dal gusto, ma sempre legata a canoni universali e principi teorici.
L’arredamento minimal non sfugge a una simile diatriba. Ampiamente in voga negli anni ’60, vive nell’ultimo decennio una riscoperta sensazionale, dividendo chi lo difende a spada tratta da coloro che lo reputano uno stile ormai superato.
Brevi cenni storici
Lo stile minimalista, come spesso accade per le correnti artistiche, non è rintracciabile soltanto nel design di interni. Identifica, nel suo senso più esteso e legato a vari discipline (pittura, musica, architettura), la liberazione dal superfluo, intesa come riduzione del tutto a ciò che è davvero essenziale, riconquista degli spazi e fuga dal caos.
Nell’architettura, uno dei padri fondatori dello stile minimale è senz’altro l’architetto tedesco Ludwig Van der Rohe, celebre per la realizzazione, già negli anni ’30, del “padiglione di Barcellona” ma, soprattutto, per una di quelle massime che esprimono in modo molto chiaro il concetto alla base della corrente: less is More.
Un’opinione che si avvicina più a una vera a propria filosofia di vita, piuttosto che a una dettagliata sequenza di dettami.
Caratteristiche del design minimal
Come anche nella pittura, nella scultura e negli altri campi artistici, anche il design minimal rifiuta l’eccesso e l’eccessiva teatralità, ricercando nell’essenzialità delle forme e nella scarsità degli elementi l’essenza delle cose.
Per chi mastica arte, il minimalismo si colloca all’estremità opposta della pop-art, dove vivaci colori e accostamenti sgargianti e inusuali, costituivano -e costituiscono tuttora- un punto cardine.
Le caratteristiche principali dell’arredamento minimal hanno un unico diktat: eliminare il superfluo. Via dall’arredamento tutto quel che non è strettamente necessario allo scopo, qualsiasi elemento si discosti dall’utile e ricopra l’unica funzione di fornire un’aggiunta estetica.
Lo scopo è quello di riconquistare lo spazio, inteso come misura vitale. Spopolano, infatti, i loft o gli open space.
L’arredamento di stampo minimalista non necessita esclusivamente di spazi molto ampi. È lo spazio stesso a scendere nel superfluo, laddove sia considerato eccessivo rispetto alla sua effettiva utilità.
Per questo motivo, è uno stile di interior design spesso adattato anche a metrature non esaltanti, proprio per accentuare lo spazio disponibile e non opprimere troppo l’ambiente con complementi d’arredo non indispensabili.
Colori, forme e materiali del design minimal
Nell’ottica generale di un alleggerimento degli elementi compositivi, anche il colore occupa un ruolo rilevante, per far siì che la composizione finale suggerisca gradevolezza alla vista.
Arredando con un intento minimal si dovrebbero prediligere i colori puri e neutri, che non catturino troppo l’attenzione ma mantengano omogenea la percezione globale dell’ambiente, adattandosi alla verticalità delle linee di arredo.
Chi ha intenzione di arredare una casa in stile minimal, deve tendenzialmente tenersi lontano dalla morbidezza. Le linee sono l’arma favorita dei minimalisti, verticali e orizzontali. Nulla che ceda il passo a un’eccessiva dolcezza.
Anche per questo, ci si orienta di norma sulla scelta di materiali che suggeriscano una certa uniformità, come le resine o i cementi. Oppure, che uniscano resistenza, praticità e senso estetico, come il cemento o il metallo.
Dove acquistare?
Come detto in apertura, lo stile minimalista ha mantenuto intatto il suo fascino nel corso dei decenni.
Questo si traduce nella presenza, nel mercato dell’arredamento online e offline, in un’offerta ricca e variegata, in termini di scelta e di rapporto qualità/prezzo.
Uno dei negozi più forniti è lo store online di CasaArredoStudio, che unisce alta qualità nella produzione a offerte cicliche e promozioni davvero gustose.
Lascia un commento