Una cassa passiva di legno massello pregiato che permette, senza l’uso di alcun tipo di energia, di amplificare quanto si sta ascoltando: nasce VAIA
“L’obiettivo? Ridare una seconda vita alla foresta ferita, attraverso il design, coinvolgendo falegnami e artigiani locali”
Partire da una catastrofe ambientale e trovare il modo di restituire quanto tolto alla natura, grazie al design: è questa la missione della startup che ha dato vita a Vaia, una cassa passiva di legno massello pregiato che permette, senza l’uso di alcun tipo di energia, di amplificare quanto si sta ascoltando con il proprio smartphone.
Il progetto, ideato da tre giovani imprenditori under 30, prende il nome da Vaia, la forte perturbazione che tra il 26 e il 30 ottobre 2018 ha interessato il Triveneto causando la più grande catastrofe forestale italiana degli ultimi 50 anni. Il maltempo colpì 494 Comuni, provocando danni consistenti e la completa distruzione di circa 42.525 ettari di foresta (il 3% della superficie forestale del territorio) e comportando la presenza di circa 8.5 milioni di m3 di legname a terra.
“Volevamo cercare di trovare una soluzione concreta alla problematica di tutti questi alberi abbattuti e ormai inutilizzabili per le grandi strutture” – spiega Federico Stefani, co-founder di Vaia – “Da qui l’idea di usare quel legno, considerato ormai inutilizzabile, per creare un oggetto di design che potesse anche lanciare un messaggio forte e allo stesso tempo sostenere la ripresa del territorio.”
Il design come strumento per amplificare la discussione sul tema del cambiamento climatico
Vaia permette di propagare in maniera completamente naturale qualunque suono inserendo al suo interno il proprio smartphone:
“Per noi si tratta di una metafora forte e concreta, una cassa attraverso la quale amplificare ulteriormente il grido di aiuto della natura e mantenere alta l’attenzione sul cambiamento climatico” prosegue Federico Stefani “creando allo stesso tempo un progetto sostenibile.”
L’obiettivo della startup, infatti, è quello di creare un modello di business che sia in grado di mettere al centro la natura e che sia sostenibile al 100%. Ciò significa non solo non sprecare risorse, quanto recuperare quelle materie per dare loro una nuova vita prima che vengano considerate inutilizzabili.
La scelta, a tratti obbligata, di ideare e creare un oggetto piccolo si accompagna a quella di coinvolgere la comunità colpita dalla catastrofe e di farla diventare parte integrante del progetto.
Coinvolgere artigiani e falegnami locali
Vaia viene realizzata da artigiani e falegnami locali e nelle Dolomiti il team della startup sta coinvolgendo chi si occupa delle foreste pubbliche per quanto riguarda la piantumazione di nuovi alberi. Il territorio, infatti, presenta oggi notevoli dissesti idrogeologici ed è a rischio frane a causa della deforestazione.
La startup si fa portavoce di un ulteriore messaggio concreto: con l’acquisto di un Vaia si contribuisce a piantare un nuovo albero e far rinascere così la foresta (al momento sono 4.200 le casse vendute in soli 3 mesi, che corrispondono a 4.200 alberi da piantare). Torna quindi l’obiettivo iniziale di Vaia, quello di creare un modello circolare e sostenibile di business: da un lato recuperare le materie prime e dall’altro restituirle all’ecosistema compromesso, non andando a pesare sul territorio e sul fabbisogno di risorse naturali.
“Vaia non vuole essere solo un oggetto di design, quanto un’idea concreta di come si possano creare progetti che aiutino concretamente il territorio e uniscano la comunità” – spiega Giuseppe Addamo, co-founder e responsabile comunicazione e marketing di Vaia.
La cassa Vaia e la sua ferita artigianale per ricordare la catastrofe forestale
Vaia viene realizzata con un legno certificato caduto durante la tempesta. Ad esempio, uno dei diversi legni utilizzati è quello dell’Abete della Val di Fassa, un pregiato tipo di abete rosso usato da sempre per costruire i violini in quanto ha una struttura particolare che permette di amplificare il suono. Un ulteriore simbolo di come un simile oggetto voglia propagare un messaggio forte e farlo arrivare ovunque in modo sostenibile attraverso il design.
Il legno usato è di tipo massello ed ogni prodotto presenta una spaccatura, realizzata da un falegname con un’ascia che segue la venatura naturale del legno ormai rotto. Ciò comporta che ogni pezzo realizzato sia unico: nessuno è uguale all’altro.
La scelta di “spaccare” marchiando così ogni Vaia è nata da un’idea di un falegname che si è unito al team della startup. “Non riuscivamo mai a trasmettere nel prodotto il senso della tragedia avvenuta e il primo a non esserne soddisfatto era proprio il falegname che ci segue e aiuta” – spiega Federico.
“Un giorno di maggio del 2019 il falegname si fece male alla caviglia camminando nel bosco a causa di uno dei tanti legni rotti disseminati sul terreno. Comprese che questa era una caratteristica comune a tutto il legname danneggiato e da lì nacque l’idea di enfatizzare questo aspetto colpendo con l’ascia il prototipo di Vaia e seguendone proprio i segni della spaccatura del legno per far capire cosa fosse successo e portare dentro le case un segno tangibile della foresta ferita.” – conclude Paolo Milan, co-founder e CFO.
Una parte dei ricavi è destinata alla comunità locale e ai suoi artigiani: “Stiamo combattendo per rendere il progetto quanto più economicamente sostenibile e per restituire il più possibile alla natura” – spiegano i fondatori.
Da sottolineare, inoltre, come il 95% degli alberi caduti siano larici e abeti, con i quali viene realizzata Vaia. Non è esclusa la possibilità futura di realizzare una serie limitata di 300 / 400 pezzi utilizzando il legno degli alberi marginali caduti, come noci e castagni.
Vaia tra presente e obiettivi futuri
L’idea del team di Vaia è di applicare questo modello circolare ogni qualvolta ci sia un problema ambientale, uno spreco o un’emergenza dovuta al cambiamento climatico.
L’obiettivo è quello di intervenire producendo oggetti di design che non vadano a compromettere ulteriormente l’ecosistema e che siano funzionali a riqualificare i territori che sono stati colpiti.
Dar vita quindi ad una produzione di oggetti utili all’uomo, non dei semplici gadget, che al contempo rispettino la natura ricercando delle soluzioni concrete a problemi specifici.
“Quando si decide di comprare Vaia, si sta comprando un prodotto che viene da quel preciso territorio colpito con il legno caduto proprio lì e lavorato da un falegname della zona” – conclude Federico Stefani – “Si diventa quindi parte di un circolo virtuoso, dando nel proprio piccolo un supporto concreto e importante”
Forte del claim “Design d’Azione” Vaia intende cercare di costruire e dar vita a una community che sia attiva e informata sull’ambiente, così come sul design, un settore in continuo movimento che può davvero dare un supporto concreto alla causa ambientale.
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