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I tarli del legno: come riconoscerli

Per gli amanti dell’arredamento in legno esistono dei nemici principali da combattere e sconfiggere una volta per tutte: i tarli del legno. Si tratta di piccoli insetti capaci di rovinare qualsivoglia tipo di legno senza distinzione. Parquet, mobili, travi e altri arredamenti in legno costituiscono il loro l’habitat perfetto. Lo scopo di questo articolo è quello di mostrare cosa sono i tarli del legno e come riconoscerli al fine di prevenire e limitare al massimo i danni.

Cosa sono i tarli del legno?

I tarli del legno sono animali piccolissimi detti xilofagi (mangia-legno) e sono capaci di arrecare innumerevoli danni alle strutture in legno della propria casa. Esistono tantissimi tipi di tarli del legno, ma le famiglie principiali sono gli anobidi, i lictidi e i cerambicidi. In Italia sono presenti i tarli del legno appartenenti alla specie delle cerambicidae, ossia piccoli insetti che non raggiungono neanche i 20 mm di lunghezza e che, stando a quanto dicono i veri esperti in materia di legno, sono addirittura i più ostici da eliminare. Infatti, si tratta di animali in grado di scavare il legno in profondità come delle vere e proprie macchine da guerra apportando danni estetici enormi e, soprattutto, producendo un fastidioso rumore, ossia un gracchiare continuo. È proprio nelle lunghe gallerie scavate nel legno che avviene la metamorfosi da larva in tarlo adulto che successivamente sfarfalla provocando un buco nel legno, simbolo del suo passaggio e dell’infestazione. Questi insetti sono costituiti da un esoscheletro duro che assolve alla funzione di proteggere il vero corpo molle che si trova al di sotto di esso. I tarli del legno presentano due antenne che captano gli odori, quattro ali, sei zampe e l’addome che racchiude l’apparato riproduttore. Il ciclo vitale di un tarlo del legno è praticamente impossibile da vedere ad occhio nudo. Perché? Per il semplice fatto che le uova vengono depositate direttamente nel legno. Di conseguenza, le larve compiranno la loro metamorfosi rimanendo nelle superfici rugose del legno, senza mai uscire fuori e vedere la luce, eccezion fatta per la fine del ciclo vitale in cui l’insetto adulto finalmente esce allo scoperto.

Che danni provocano i tarli del legno e come riconoscerli?

Un’infestazione è facilmente riconoscibile da diversi segnali. Innanzitutto, è bene sapere che la larva del tarlo rappresenta il pericolo più importante. Infatti, è risaputo che sia la larva a cibarsi della cellulosa e, quindi, a scavare in profondità scartando e rovinando tutta la restante parte del legno che rimane. Pertanto, sarà possibile notare dei segni distintivi che testimoniano la presenza dei tarli del legno come, per esempio, i classici fori da cui il tarlo ormai adulto esce dal legno. Oltretutto, si più notare un materiale molto simile alla segatura sotto le travi o i mobili infestati dai tarli e queste non sono altro che le feci dei tarli. Inoltre, molto spesso si possono anche avere prove uditive di un’infestazione dei tarli del legno. Infatti, nella maggior parte dei casi, soprattutto quando il tarlo ormai è diventato adulto, si potranno udire dei rumori di rosicchiamento, dei ticchettii oppure un gracchiare provenienti direttamente dal legno ormai distrutto.

Come eliminare i tarli del legno?

Nel momento in cui si capisce che è in corso un’infestazione da tarlo del legno è necessario provvedere immediatamente con dei trattamenti specifici che non devono essere frutto di un’improvvisazione e di un’immaginazione personale, ma devono risultare idonei e regolarmente certificati al fine di evitare e scongiurare eventuali intossicazioni respirando prodotti nocivi. Prima di procedere con la disinfestazione è bene capire inizialmente con che tipologia di tarlo del legno si ha a che fare al fine di procedere con i trattamenti adeguati e alla successiva sterilizzazione del legno. Il procedimento più utilizzato per la disinfestazione dei tarli del legno consiste nel portare le superfici legnose alla temperatura di oltre 75 °C che è letale per questi piccoli animaletti ma non per il legno che può tollerare sino ai 200 °C.

 

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