Se si desidera cambiare la porta blindata o rendere la propria abitazione/azienda sicura da furti e intrusioni, per l’anno 2020 è previsto un bonus sicurezza statale, il quale permette di ottenere delle vantaggiose detrazioni fiscali, grazie alle quali si possono risparmiare consistenti somme di denaro. Ma di cosa si tratta? Come si può ottenere? Scopriamolo insieme in questa pratica guida!
Che cos’è la detrazione fiscale ristrutturazioni e porte blindate
La detrazione fiscale non è altro che la possibilità di sottrarre l’imposta lorda dalla dichiarazione dei redditi che bisogna presentare ogni anno per il calcolo delle tasse da versare allo Stato. In altre parole, quest’ultimo applica uno sconto sull’importo finale da pagare. Nel caso in cui si opti per la sostituzione di una porta blindata, la detrazione fiscale è pari al 50% dei costi complessivi sostenuti. Questa tipologia di detrazione prende il nome di Bonus Sicurezza ed è possibile usufruirne se si commissionano degli interventi volti a prevenire furti, effrazioni, intrusioni e via discorrendo che potrebbero avvenire per mano di terze persone. La somma totale viene inoltre distribuita in dieci anni con rate di rimborso a cadenza annuale. È possibile detrarre una cifra massima pari a 96 mila euro.
Quali spese si possono detrarre dal Bonus Sicurezza 2020
Come ricorda Daniele dell’azienda “Fabbro Milano di Petruccelli”, quest’anno è possibile detrarre il 50% delle spese sostenute per il montaggio dei seguenti dispositivi volti a tutelare la sicurezza immobiliare e personale:
- tapparelle metalliche provviste di blocchi;
- vetri antisfondamento;
- porte blindate o rinforzate;
- grate e inferriate di sicurezza;
- rilevatori di effrazione e apertura dei serramenti;
- antifurto e centraline;
- recinzioni e cancellate (installazione o rafforzamento);
- telecamere a circuito chiuso collegate con istituti di vigilanza privata.
Come pagare per ottenere il Bonus Sicurezza 2020
Per ottenere il diritto alla detrazione fiscale per porte blindate e affini, è necessario effettuare tutti pagamenti mediante bonifico postale o bancario di tipo speciale (non sono ammessi quelli ordinari), nei quali devono essere presenti i seguenti dati:
- la causale di versamento;
- il proprio codice fiscale;
- il codice fiscale oppure la partita IVA del venditore. Dopo aver completato il pagamento, bisogna inviare le pratiche all’ENEA per via telematica entro 90 giorni dal termine dei lavori. L’ENEA (il cui acronimo significa Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico) è un ente pubblico specializzato nel settore dell’ambiente, dell’energia e delle nuove tecnologie ecosostenibili.
Come inviare la pratica all’ENEA
Per inviare la pratica all’ENEA, occorre innanzitutto iscriversi al sito con username e password, effettuare l’accesso e inserire tutti i dati richiesti. Dato che sarà necessario comunicarne alcuni valori molto specifici e tecnici, è bene farsi aiutare dall’azienda venditrice, da un architetto, da un geometra o da un commercialista. Solo in questo modo si avrà la certezza di non commettere errori e di non perdere il benefit statale.
Lascia un commento